Pensiero positivo: il dono di amarsi

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Il pensiero positivo può cambiare la vita

Pensiero positivo per un pensiero d’augurio alla sua più grande filosofa che l’8 ottobre ha compiuto 88 anni, Louise Hay. Colei che, senza saperlo da ambo le parti, è diventata il segnale lanciato dall’Universo verso di me. Mi piace pensarla così, e di certo è così,  perché se è vero che nulla accade per caso, per quanto mi riguarda sarebbe riduttivo e alquanto superficiale parlare di coincidenze.

Correva l’anno 1996 quando decisi di recarmi per l’ennesima volta alla Weight Watchers per rimediare alla mia obesità, dopo avere nel frattempo provato e riprovato tutto quanto esistesse in campo dietetico e di cui taccio l’elenco per pietà. Durante il mio percorso di dimagrimento, gli americani mi proposero un corso di formazione per poter entrare a far parte del team delle animatrici una volta giunta al traguardo. In fondo ero a buon punto, e considerato che ogni giorno provavo sempre di più non il senso di sacrificio e di mutilazione che aveva pervaso le mie diete passate, ma la gioia di fare finalmente qualcosa di essenziale per me stessa, custodendolo dentro di me come un tesoro nascosto, sentivo che quella avrebbe potuto essere la mia strada. Accolta la proposta con molta titubanza a causa dei miei impegni su altri fronti, e anche con incredulità, perché impreparata in campo nutrizionale e, secondo me, incapace di poter rappresentare un aiuto concreto per le persone con il mio stesso problema, dato che in passato ero dimagrita tante volte e poi ingrassata di nuovo, decisi comunque di iniziare l’addestramento, una sorta di tirocinio pratico che affiancava le ore di formazione teorica, tanto non avevo nulla da perdere. Un bel giorno mi toccò riordinare l’archivio della sede che frequentavo: una sfilza di armadietti metallici contenenti le innumerevoli pubblicazioni di oltre 20 anni di Weight Watchers in Italia. In quell’ammasso di scartoffie trovai un libro dal titolo “Ama te stesso“: dopo una rapida occhiata, era vecchio e sgualcito, lo feci volare nel cestino. Quella sera ero accompagnata dall’animatrice Maria Antonietta che sostituiva la mia animatrice Stefania.  A fine lavori, mentre stavamo per fare ritorno alle nostre case, vedendomi stanca, imbronciata e dolorante, Antonietta mi domandò cosa avessi. “Un forte mal di schiena, mi sento a terra e ho quasi paura di ingrassare di nuovo! Tu sai che io quando mi sento così, ho l’istinto di divorare il mondo!” risposi. A quel punto, con un sorriso, lei mi chiese ancora “quale peso portassi sulle spalle”. La guardai stupita e un po’ incavolata, mi sentivo presa in giro. In quel tempo, malgrado l’alleggerimento da tanti dei miei chili di troppo, ero convinta che se i malanni ti arrivano, devi tenerteli e basta, la volontà non c’entra, per cui cerchi sì di curarti, ma non puoi fare più di tanto. E se poi aggiungi i problemi, la casa, i figli, il lavoro, la società, la vita è tutta sempre e comunque una tribolazione unica… Leggendo un certo disappunto sul mio viso, Maria Antonietta cercò di spiegarmi che con tutta probabilità, male fisico a parte, c’era qualcosa di troppo ingombrante nella mia mente, mentre c’era qualcos’altro dentro di me a cui non avevo dato spazio né modo di esprimersi e che se avessi dato più ascolto a me stessa e al mio corpo, le cure avrebbero funzionato meglio, dato che nella vita indubbiamente capita di tutto, ci si ammala, si soffre, si corre, si sta in ansia, ma più di ogni altra cosa è importante la predisposizione psicologica che è alla base di ogni nostro comportamento e del modo in cui reagiamo alle circostanze. E aggiunse: “E’ questione di come ti occupi del problema e di come coltivi i tuoi pensieri. Tu sei dimagrita tanto nel corpo, ma devi lavorare ancora un po’ per dimagrire anche dentro, perché è il cambiamento interiore che ti permetterà di mantenere quanto sei riuscita a raggiungere, vivendo le congiunture serenamente. Devi sempre avere un pensiero positivo nella testa e coltivarlo. Hai mai sentito parlare di Louise Hay?” Inutile dire che all’improvviso avvertii una specie di scintilla nella testa, mi parve quasi di sentirne lo schiocco mentre la visualizzavo, bella e luminosa, con gli occhi della mente. Se fino ad allora ero convinta di avere imparato tutto dalla vita, ad un tratto non ne ero più sicura. Dissi a Maria Antonietta di aspettarmi un attimo e corsi a recuperare il libro buttato nel cestino. Volevo iniziare anch’io a coltivare il pensiero positivo e imparare ad amarmi.

E’ stato quel libro la mia prima lettura di tutta una serie di pubblicazioni di Louise Hay, a cui sono seguiti altri libri di svariati autori che vertono sulla necessità di abbracciare nuove prospettive, cominciando a modificare il proprio modo di sentire e di porsi, specialmente quando si desidera raggiungere un obiettivo e mantenerlo. In sostanza è l’allineamento di “aspettative-pensieri-azioni” che permette al corpo e alla mente di lavorare in armonia riducendo la discrepanza tra ciò che si vuole ottenere, ciò che si pensa, ciò che si compie e come ci si sente. Per far sì che tutto ciò sia possibile, è necessario concedersi il dono di accogliere con fiducia le opportunità, vivendone ogni sfaccettatura con costanza e senza sottovalutazioni, con pazienza quando l’idea del “troppo tempo” scoraggia, con perseveranza quando si prospettano delle battute di arresto, con stima nelle proprie capacità di riuscita. E sempre con entusiasmo, mai restando concentrati sul “perché capita tutto a me” che aggroviglia maggiormente il problema, ma piuttosto chiedendosi “come posso fare” al fine di intravedere nuove soluzioni. Un approccio più intimo e profondo all’ascolto di se stessi, non una semplice e sterile lettura a tempo perso.

Per me dunque un vero e proprio allenamento cognitivo-emozionale-motivazionale-comportamentale simile ad una rivelazione, in quanto rispecchia perfettamente lo spirito e il senso delle riunioni Weight Watchers fatte di stimoli, incitamenti, messaggi positivi, esercizi, che hanno accompagnato il mio cambiamento, durante tutte quelle infinite sere in cui mi sono sentita consapevolmente partecipe e protagonista attiva, per la prima vera volta nella mia vita, di qualcosa che ho vissuto e che vivo ancora come un Grande Amore. Quel nuovo modo di pensare, agire e sentire per mezzo del quale sono riuscita a creare nuovi spazi nella mia mente per nuovi pensieri, nuove vedute e nuovi sogni, permettendo a Me Stessa di amare Me Stessa, snellendo le mie fissazioni, le mie paure, la gravosità che di solito avvertivo di fronte ad ogni problema, grande o piccolo che fosse, e tutto ciò che in passato mi ha fatto sentire diversa, inadeguata, sfortunata, tristemente rassegnata ad un destino ineluttabile.

Oggi so che non esiste una vita “immune” o “liscia” per nessuno, tutti però, grazie al pensiero positivo, possiamo colorarla di serenità e arricchirla di piccoli traguardi, purché umili e pronti ad accogliere i segnali dell’Universo senza macchiarci della presunzione di avere capito già tutto, se accettiamo di farlo.

Autore: Rosa Bavetta

 

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