Chirurgia dell’obesità / dubbi e perplessità

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La chirurgia bariatrica nasce negli anni 50 allo scopo di curare pazienti affetti da grave obesità e patologie conseguenti, ma riscuote ampia risonanza intorno alla fine degli anni 90. Gli interventi finora praticati prevedono tecniche di vario genere: restrittive, miste e malassorbitive. Malgrado la drasticità del protocollo basato su un’accurata selezione dei pazienti con “particolari requisiti”, le tecniche oggi vengono eseguite anche su coloro che potrebbero ridurre i rischi correlati all’obesità e guadagnare forma e salute solo attraverso una buona educazione alimentare, un buon supporto psicologico volto a motivarli e un regolare controllo del peso. Certamente a tutti piacerebbe dimagrire in poco tempo, ma bisogna considerare sempre le conseguenze di ciò a cui ci si sottopone per arrivare allo scopo, in vista di un futuro in condizioni di normalità. E anche tenere presente che la qualità della vita deve essere migliore sia dal punto di vista fisiologico che psicologico, senza compromissione. La filosofia che di fronte a casi di particolare gravità “meglio scegliere il male minore”, oltre al fatto di non essere valida per tutti, non consola e non giustifica tali operazioni diventate ormai, purtroppo, una moda.

TECNICHE DI CHIRURGIA BARIATRICA

  • BENDAGGIO GASTRICO REGOLABILE (anello): delimita una piccola porzione di stomaco e regola l’assunzione di cibo.
  • B.I.B. (palloncino intragastrico): occupa parte dello stomaco, ne rallenta lo svuotamento e conferisce un senso di sazietà più lungo e duraturo.
  • BYPASS GASTRICO: esclude parte dello stomaco e crea una nuova ‘tasca gastrica’ collegata all’intestino tenue, così da accorciare il percorso del cibo e ridurre l’appetito e l’assorbimento dei grassi.
  • DUODENAL SWITCH (diversione biliopancreatica): prevede più interventi come la riduzione dello stomaco mediante l’asportazione di una parte di esso (sleeve), il collegamento della parte residua all’intestino tenue (bypass), la contemporanea asportazione della colecisti, e l’accorciamento di una parte di intestino dove vengono assorbiti gli alimenti (tratto biliopancreatico), allo scopo di instaurare una condizione di malassorbimento degli zuccheri complessi e dei grassi, ma non degli zuccheri semplici che comunque rimangono un pericolo per la dieta e per il peso.
  • SLEEVE GASTRECTOMY (riduzione dello stomaco): riduzione delle dimensioni dello stomaco attraverso una resecazione verticale che ne lascia solo una piccola parte (manica) con una piccola capacità di contenere gli alimenti.
  • N.E.C. (nutrizione enterale chetogena o dieta del sondino): posizionamento di un sondino naso-gastrico collegato all’esterno ad un contenitore che regola la somministrazione di una soluzione proteica, unico nutrimento del paziente, 24 ore su 24, per cicli di 10 giorni, ripetibili.

Come già detto, gli interventi di chirurgia bariatrica, taluni irreversibili, purtroppo non sono esenti da rischi e conseguenze. Pur avendo uno scopo medico ben preciso, non escludono comunque la necessità di una dieta equilibrata e l’acquisizione di sane abitudini alimentari e comportamentali. I pazienti, senza un giusto supporto psicologico, motivazionale e comportamentale, spesso ritornano al punto di partenza, riacquistando il peso perso con l’aggravamento delle loro condizioni. Rimangono così in uno stato di invalidità permanente, con un’esenzione per patologia e relative spese mediche completamente a carico del Sistema Sanitario Nazionale. Eccetto rari casi più che gravi, sarebbe più giusto, nel rispetto della loro vita e delle istituzioni, indirizzarli con pazienza verso un percorso finalizzato ad un cambiamento vero, salutare e duraturo.

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